Riclassificazione del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale

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Il bilancio d’esercizio è quel documento che esprime la situazione economica, finanziaria e patrimoniale di una determinata azienda. Secondo la IV Direttiva CEE si compone di tre prospetti contabili: conto economico, stato patrimoniale e nota integrativa.

IL BILANCIO D’ESERCIZIO

In particolare le informazioni fondamentali contenute nel bilancio sono le seguenti:

  • il risultato netto d’esercizio
  • permette un giudizio sulla situazione finanziaria attraverso l’analisi delle componenti patrimoniali attive e passive;
  • esplicita il patrimonio netto, come differenza tra attivo e passivo.

Il bilancio d’esercizio tuttavia non consente di ottenere nella sua formulazione codicistica informazioni molto dettagliate, per cui necessita di un’opportuna riclassificazione.

La rielaborazione delle voci contenuta nei documenti di bilancio e il loro inserimento in puntuali margini e rapporti costituiscono l’analisi di bilancio.

Gli indici di bilancio ottenuti vanno confrontati con quelli degli anni precedenti in modo da avere una visione di lungo periodo circa l’evoluzione di determinate poste di bilancio.

RICLASSIFICAZIONE

La prima fase dell’analisi di bilancio è quella della riclassificazione:

  • Riclassificazione dello Stato Patrimoniale

Il criterio di riclassificazione comunemente più utilizzato è quello finanziario, di conseguenza non accenneremo ad altri criteri in quanto riteniamo lo stesso più utile alle nostre esigenze.

Il punto di riferimento della riclassificazione finanziaria è la velocità di conversione in moneta degli investimenti e dei finanziamenti, in particolare le attività verranno suddivise tra:

  • attività correnti: investimenti da convertire in moneta entro l’anno;
  • attività consolidate: investimenti la cui conversione necessità di un periodo superiore ai 12 mesi.

Questi due raggruppamenti contengono all’interno un’ulteriore suddivisione, in particolare possiamo distinguere tra: liquidità immediate, liquidità differite (o disponibilità finanziarie); disponibilità economiche.

Le passività invece vengono riclassificate in relazione alla loro esigibilità, in particolare abbiamo:

  • passività correnti: il cui rimborso deve avvenire nel corso dell’esercizio amministrativo;
  • passività consolidate: finanziamenti da rimborsare oltre l’anno in corso.
  • capitale netto

Dopo aver elencato le voci che compongono lo stato patrimoniale riclassificato, procediamo con l’indicazione operative per la riclassificazione partendo dal documento civilistico.

Attivo (Impieghi)

A) Crediti vs soci per versamenti ancora dovuti

A1) parte richiamata -> attivo circolante

A2) parte non richiamata -> attivo immobilizzato

B) Immobilizzazioni

Nelle immobilizzazioni finanziarie i crediti che scadono nell’esercizio vanno inseriti nell’ attivo circolante.

C) Attivo circolante: per quanto riguarda i crediti, quelli scadenti oltre l’esercizio in corso vanno inseriti all’intero delle immobilizzazioni finanziarie.

D) Ratei e risconti: i ratei annuali vanno inseriti fra le disponibilità differite,  i risconti attivi annuali tra le disponibilità economiche; i ratei attivi pluriennali tra le immobilizzazioni finanziarie, infine i risconti attivi pluriennali tra le immobilizzazioni immateriali.

Passivo (Fonti) 

A) Patrimonio Netto.

B) Fondi rischi e oneri: occorre opportunamente distinguere fra quelli che avranno manifestazione entro l’anno successivo debiti a breve termine e quelli futuri debiti a m/l termine;

C) Trattamento di fine rapporto: anche qui occorre distinguere tra quelli che dovranno essere corrisposti entro l’anno e quelli successivi per procedere al loro inserimento fra i debiti a breve o medio/l termine;

D) Debiti: va separata la quota da rimborsare entro l’esercizio da quella invece in scadenza negli anni successivi;

E) Ratei e risconti passivi: i ratei e risconti annuali passivi vanno inseriti fra i debiti a breve, quelli pluriennali fra i debiti a medio/lungo termine.

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