
L’intenzione dichiarata di questo nostro angolo è stata fin dall’inizio quella di quella di dare un supporto a tutti coloro che, da perfetti sconosciuti, decidono di entrare nel vasto, ostico e anche agnostico (come direbbe il buon Arrigo Sacchi) mondo del trading on line.
In virtù di questo, ho sempre cercato di semplificare, evitando di inondare il lettore di termini e concetti che non fossero stati, almeno in parte, già illustrati o in via di chiarimento.
Purtroppo la materia è densa d’espressioni tecniche e nonostante tutta la prudenza, capita di non riuscire ad evitare qualche trappola.
La scorsa settimana, parlando di trading system, mi è sfuggita a proposito di grafici l’espressione “time frame” e qualcuno mi ha subito richiamato chiedendomi conto dell’affronto.
Fortunatamente non mi è stata paventato un duello rusticano all’ultimo sangue (anche perché il risveglio all’alba non è proprio nelle mie corde), e tutto è finito con la promessa d’affrontare immediatamente la questione dipanando l’arcano.
E perché non si dica che non mantengo le promesse, eccomi a voi.
In questo nostro appuntamento affronteremo il tema del time frame e ne assoceremo un altro estremamente importante ovviamente correlato al primo: l’operatività.
Fino ad una ventina d’anni fa, quando ancora internet non era così presente e diffuso nelle case di noi comuni mortali, il trading esisteva unicamente come forma d’investimento a medio-lungo termine. Anche perché comprare o vendere presupponeva dover andare in banca (o al massimo telefonare), firmare anche qualche modulo, ed ordinare un’operazione che il più delle volte era al meglio. Capirete che non c’era lo spazio per un’operatività frenetica.
La diffusione e soprattutto la sempre maggiore velocità della rete, da un certo punto in poi, hanno fatto sì che le opportunità d’investimento ed il numero di partecipanti crescessero in maniera esponenziale.
La cosa ha finito con lo stravolgere inevitabilmente il mercato stesso.
Oggi un trader ha la possibilità di avere sul proprio monitor e a portata di click strumenti e possibilità di speculazione che vanno dai pochi secondi al lunghissimo periodo.
In termini d’operatività la prima è definita “scalping” ed è composta di tante piccole operazioni con obiettivi minimi e di brevissima durata che a fine giornata dovrebbero portare a risultati più che dignitosi. Si passa poi per il trading “intraday” molto simile al primo ma meno intenso e frenetico, dove il numero d’operazioni dovrebbe essere più contenuto ma con l’obiettivo di arrivare a fine giornata con il portafoglio vuoto.
Oltre alla durata e alla dimensione dei target, le due operatività hanno una differenza sostanziale.
Lo scalper basa la sua operatività sulla lettura del book. Il book è quella finestra dove sono riportate le migliori proposte d’acquisto e vendita (bid e ask). Siamo partiti con un solo livello di profondità e siamo arrivati oggi con book a venti livelli.
L’intraday, invece, fa uso di solito dell’analisi grafica, e per farlo ha necessità di grafici la cui unità di tempo è andata man mano riducendosi, fino ad arrivare al grafico tick by tick, che avanza per ogni singolo movimento battuto. Questa unità di tempo è il fantomatico time frame di cui sopra.
Maggiore sarà il time frame, e minore sarà il numero d’operazioni che il trader si prefigge di fare e la durata delle stesse.
Considerato che, come premesso, questo nostro angolo è rivolto al neofita, mi permetto di aggiungere a corredo qualche consiglio.
Esistono due cose da tener presente:
- La velocità è frutto d’esperienza, intuito e conoscenza. Per cui non la consiglio come punto di partenza ma, eventualmente, come punto d’arrivo.
- La figura del trader che maggiormente colpisce l’immaginario collettivo è quella del soggetto iperattivo, costantemente impegnato in un’attività frenetica. Non fatevi fregare e non cercate modelli di comportamento che nascono come imitazione e diventano compulsivi. Fortunatamente siamo tutti diversi. Ognuno tari la propria operatività secondo le proprie conoscenze e attitudine psichiche, fisiche e nervose. Ho visto trader finire letteralmente sdraiati sul lettino dello psicologo per aver scelto la strada sbagliata. E la colpa non era del Tom-Tom.
Detto questo spero d’aver soddisfatto coloro che mi chiedevano di riparare.
Anche questi sono temi che nel tempo avremo modo di rivedere ed approfondire. Perché anche in qui il “time” ha la sua importanza, e a noi non resta che assecondarlo.
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