Supporti e resistenze: esempi pratici

supporti e resistenze metatrader

Nello scorso appuntamento avevamo argomentato degli elementi di fondo sottostanti il concetto di supporti e resistenze. Ora passiamo agli spetti pratici.

In prima approssimazione su base qualitativa supporti e resistenze possono essere classificati in statici e dinamici. Quelli statici sono ricavati tracciando delle linee rette orizzontali in corrispondenza dei massimi o minimi relativi. Quelli dinamici, invece, collegano due o più minimi o massimi relativi con linee oblique (cosiddette trendline)

Nel grafico relativo ad Intesa SanPaolo si scopre la valenza tecnica dei supporti statici rilevanti. Il minimo relativo segnato a Maggio 2010 a quota 1,88 calamita nuovamente le quotazioni ad inizio 2011. Segnato il doppio minimo, il titolo mette in atto un ripido rimbalzo tecnico a V.

Sovente infatti le quotazioni tendono ad essere attirate da livelli psicologicamente e tecnicamente rilevanti salvo poi prendere direzioni ben definite. Altrettante volte tendono a disegnare particolari figure tecniche “codificate”, il cui esito finale agevola la delineazione di uno scenario piuttosto che un altro sempre per le logiche di comportamenti aggregati e di cascate informative di cui abbiamo argomentato.

Emblematico il quadro grafico di Fonsai. Dopo una fase laterale caratterizzata dalla formazione di un triplo massimo ed un triplo minimo all’interno di un canale ben definito tra i livelli 8,55-7,2, lo sbocco verso il basso determina una corposa correzione in area 5 euro avvalorata da un chiaro input ribassista.

Ricco di spunti risulta il quadro grafico selezionato relativo al titolo Finmeccanica.

Lo scontro contro la resistenza psicologica dei 10 euro (punto 1) determina una corposa correzione verso il supporto 8,3 (punto 2).

Dopo una fase di indecisione il titolo segna un massimo relativo a quota 9,36 (punto 3) delineando così la trendline negativa sotto la quale le quotazioni continuano a rimanere compresse.

L’infrazione del supporto 8,3 (punto 5) determina un nuovo ciclo ribassista che culmina in corrispondenza del minimo assoluto (punto 6).

La formazione di minimi crescenti (punto 7) e l’infrazione della trendline ribassista (punto 8) determinano un chiaro segnale d’inversione.

Segnale che si rafforza e che determina un forte spunto rialzista a seguito del nuovo test con la trendline rialzista (punto 9).

Il movimento ascendente trova nuovamente ostacolo in corrispondenza del livello psicologico dei 10 euro (punto 10).

Il pull-back da tale quota e l’infrazione al ribasso della trendline rialzista (punto 11) determinano un nuovo segnale ribassista che sfocia con il test del vecchio supporto statico posto a quota 8,3 euro (punto 12).

Dal breve back testing proposto, privo di una qualsivoglia evidenza scientifica, si evince come una metodologia operativa meno affannosa impostata su segnali input ben codificati possa contribuire ad evitare falsi segnali, propri dell’operatività impulsiva, permettendo di chiudere le posizioni con una più elevata percentuale di successo.

La scelta e la cura ex ante di un trading system più consono alle proprie caratteristiche, meccanico nella selezione dei segnali ed organico nella definizione del contesto di riferimento, è la chiave di successo del trading.

Limitare la componente discrezionale ed affidarsi ad una metodologia quanto più standard è l’obbiettivo al quale ogni trader dovrebbe pervenire al fine di migliorare le proprie performance e nel frattempo attenuare la forte carica emotiva propria del trading.

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