
Il 9 novembre 2010 ha avuto luogo il Final Table del Main Event delle World Series of Poker (campionati mondiali di poker costituiti da 57 tornei che si svolgono tra maggio e luglio) ed è stato vinto da Jonathan Duhamel, un giocatore di poker canadese, che ha trionfato sconfiggendo in heads-up lo statunitense John Racener. Ha vinto il premio di 8.944.138 dollari.
Si può paragonare il trading al poker?? Il poker può essere una professione??
Il poker è un gioco di carte d’azzardo contraddistinto da un sistema di combinazioni formate dalle carte di ciascun giocatore (il cui confronto determina il vincitore di ogni mano) e da un meccanismo di puntate successive che offre molte possibilità tattiche e di influenza sugli altri giocatori, permettendo in particolare di ritirarsi con perdite moderate dalle mani che non si ritiene di poter vincere.
Il grande successo del poker è dovuto al fatto che l’abilità del giocatore è molto più determinante rispetto ad altri giochi d’azzardo, al punto da consentire l’esistenza di giocatori professionisti. La fortuna è ovviamente fondamentale per le singole mani, ma la valutazione delle probabilità, l’osservazione del comportamento degli altri giocatori al fine di intuire le loro combinazioni e l’esecuzione di bluff per indurli in errore fanno la differenza nell’arco di una partita.
Molte società di intermediazione finanziaria, come Options Group e Susquehanna International Group LLP, puntano per arricchire il loro personale sui giovani che giocano a poker, vista la capacità analitica che il gioco insegna: addirittura utilizzano il poker per sviluppare il pensiero strategico dei loro impiegati.
Aaron Brown, ex giocatore di poker professionista e attuale amministratore di rischio nella AQR Capitale Management LLC a Greenwich in Connecticut, è un esempio di quanto appena detto.
Nel gioco del poker, il doversi barcamenare per sopravvivere (nel 95% dei casi il sistema fa perdere denaro alle persone) aiuta in maniera concreta a diventare delle vere e proprie macchine analitiche, capaci di immagazzinare dati e valutarli in pochi minuti.
Brandon Adams, professore universitario nel dipartimento di economia ad Harvard, ha recentemente dichiarato che alcuni dei migliori candidati per il posto di trader a Wall Street sono dei giocatori di poker professionisti.
Giocare a poker, quindi, aiuta a soddisfare le richieste di questo mercato.
È risaputo che le abilità che definiscono i trader di successo sono: razionalità nei confronti del rischio, presa di decisioni rapida, attitudine al cambiamento, freddezza, capacità matematiche e di gestione delle perdite, disciplina e memoria ben allenata.
Le stesse caratteristiche che ogni buon giocatore di poker deve avere per vincere in un mondo che ogni giorno alza sempre di più il livello di gioco.
Fino a poco tempo fa consideravo il Poker un gioco… Penso di dovermi ricredere!!
Ero abbastanza digiuna delle potenzialità del poker! Non pensavo potesse essere considerato un lavoro ovvero una forma per percepire reddito in maniera costante, tuttavia non trovo corretto paragonare il poker il poker al Trading… sicuramente nel trading è utile possedere le abilità che si sviluppano giocando a poker.
Forse, in alcuni tipi di operatività (come lo scalping) il confine è impercettibile, ma voglio precisare che tramite il Trading si negoziano strumenti finanziari.
Le borse riflettono la situazione economica del Paese di riferimento, i prezzi dei vari strumenti finanziari scontano tutto: i dati macro, le crisi di Stati o Istituti di credito, la fiducia dei consumatori, la ripresa economica.
Un bravo trader si aggiorna continuamente sull’andamento economico a livello mondiale.
Ed è pur vero che il parco buoi non definisce la politica monetaria di ogni Stato, ma probabilmente aiuta a remare nella direzione stabilita…
Credo ci sia una bella differenza tra studiare le strategie utilizzate nel poker e quelle che bisogna approfondire se si decide di intraprendere la carriera del trader.
NON SI GIOCA IN BORSA… SI INVESTE!!!
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