GUIDA ALLE OPZIONI: 2^ parte

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Le opzioni

Nello scorso articolo abbiamo visto alcune caratteristiche delle opzioni una delle più importanti è la volatilità.

Cos’è la volatilità?

Abbiamo due tipi di volatilità:

  • Volatilità storica (Historic Volatility) Þ indica quanto velocemente il sottostante si è mosso. Riguarda avvenimenti già accaduti
  • Volatilità implicita (Implied Volatility) Þ indica le attese del mercato su quanto velocemente il sottostante si muoverà. Si basa quindi su opinioni riguardanti il futuro.

Historic Volatility

  • E’ la rappresentazione dell’oscillazione passata del titolo ed esprime, in particolare, la percentuale di variazione del valore del prezzo di un titolo in un determinato periodo di tempo. Tipicamente, historic volatility è espressa in termini percentuali.
  • Un valore di volatilità storica del 10% in 30 giorni significa che il prezzo del sottostante potrebbe essersi mosso da 10$ a 9$ oppure da 10$ a 11$ nell’arco di 1 anno.

Implied Volatility

  • La volatilità implicita esprime la percentuale di variazione del valore della volatilità che si andrà a pagare o si è pagata per l’acquisto di una determinata un’opzione sul titolo avente una determinata scadenza. Ogni opzione ha una volatilità implicita diversa, in quanto presenta aspettative diverse sul movimento del titolo nel riferimento temporale considerato. Quindi esistono tante volatilità implicite quante opzioni sul titolo. Tipicamente la volatilità implicita più importante è quella delle opzioni ATM. Perché?

Vediamo cosa significa prima di tutto ATM

Ci sono tre definizioni per lo stato di una opzione e sono:

  • In-the-money ITM
  • At-the-money ATM
  • Out-of-the-money OTM

ESEMPIO

Titolo quota a 50$ le call e put rispetto allo strike price sono:

Strike price CALL PUT
55 OTM ITM
50 ATM ATM
45 ITM OTM

Le opzioni ATM e OTM non hanno Valore Intrinseco perché non hanno alcun valore reale.

Acquistare opzioni ATM e OTM significa comprare Valore Tempo, che diminuisce all’avvicinarsi della scadenza. Sapere se un’opzione è ITM, ATM o OTM, permette di determinare se sarà profittevole o meno alla scadenza. Vicino alla scadenza l’intero valore di un’opzione è dato dal suo Valore Intrinseco (positivo se l’opzione è ITM), mentre il valore tempo è prossimo allo zero.

Il perché la volatilità implicita delle opzioni ATM è importante risulta evidente in quanto ci consente di fare delle previsioni se l’opzione sarà profittevole a scadenza (ITM) oppure no (OTM).

Vediamo ora in dettaglio i mattoni che ci consentiranno di costruire le strategie con le opzioni.

Cos’è una call?

La CALL è il diritto, ma NON l’obbligo, di acquistare 100 azioni (per ogni singola opzione Call acquistata) di un determinato titolo (sottostante) a un prezzo stabilito entro una data stabilita, previo il pagamento di un premio.

Gli elementi principali di un’opzione sulle opzioni call sono in particolare:

  • Diritto = chi compra l’opzione call ha il diritto, e non l’obbligo, di comprare 100 azioni di un determinato titolo (sottostante) a un prezzo prefissato. Il diritto in capo al compratore dell’opzione comporta l’obbligo corrispondente al venditore dell’opzione di consegnare alla richiesta del compratore i 100 titoli al prezzo prefissato.
  • Sottostante = è il titolo oggetto del diritto, di cui si riceveranno 100 azioni nel caso di esercizio dell’opzione;
  • Strike price = prezzo di esercizio per l’acquisto (e vendita da parte del venditore) dell’azione.
  • Expiration date = scadenza dell’opzione che coincide con il terzo venerdì del mese di scadenza dell’opzione.
  • Premium = prezzo da pagare per acquistare l’opzione (e quindi il diritto).

Esempio

Apple quota a 196.23$ alla data 03/12/2009 e ho uno scenario bullish, ossia ritengo che nel prossimo mese il titolo possa salire oltre 200$.  Operazione: acquisto 1 Call 200 aprile a 16.55 $.

Cosa significa esattamente acquistare 1 Call 200 aprile a 16.55 $?

Buy 1 Call = acquisto un contratto di opzione call che mi conferisce il diritto, ma non l’obbligo, di poter acquistare 100 titoli Apple (ogni opzione controlla 100 azioni) al

Prezzo di esercizio o Strike Price = di 200$ entro

Data di scadenza o Expiration Date = aprile pagando ora un

Premio o premium = di 16.55$ che considerato che ogni opzione corrisponde al diritto di ricevere 100 azioni, porta l’esborso complessivo a 1655$.

Ad aprile si possono verificare i seguenti scenari:

  • ipotesi mercato rialzista (bullish): il valore di Apple è salito a 205$, ossia a un valore maggiore rispetto al prezzo fissato con l’opzione call pari a 200$ (ossia prezzo corrente > strike price). A fronte della call che ho comprato posso:

A) esercitare l’opzione: ossia posso acquistare i 100 titoli Apple al prezzo fissato di 200$ e rivendere sul mercato a 205$ che considerato i 100 pezzi acquistati porta l’incasso lordo a 500$, e il profitto netto dal premio iniziale versato a quota 1655$ (pari a un guadagno percentuale del 30,2% rispetto al capitale versato iniziale).

B) vendita sul mercato dell’opzione senza esercitarla: ossia posso vendere direttamente l’opzione a un terzo a 21.55$, facendomi dare nel complesso 500$ senza dover comprare Apple direttamente e poi il terzo eserciterà l’opzione dal venditore originario della call facendosi consegnare i 100 titoli Apple al prezzo di 205$.

  • ipotesi mercato ribassista o bearish: il valore di Apple è crollato e ora vale ai prezzi correnti 180$, un valore inferiore rispetto al prezzo fissato dallo strike della call di 200$ (ossia prezzo corrente < strike price). Se quindi procedessi nell’acquisto perderei 20$ per 100 titoli ossia 2000$. Di conseguenza, mi conviene far scadere l’opzione senza esercitarla, accusando la perdita corrispondente al premio versato, cioè ai 1655$, che è inferiore rispetto alla perdita che conseguirei nel caso esercitassi l’opzione
  • ipotesi mercato fermo: il valore di Apple è stabile e ora vale 200$ euro (strike price = prezzo corrente). Pertanto, è indifferente usare o meno l’opzione, non ci sarà esercizio per evitare i costi di transazione (commissioni).

Grafico rischio/rendimento: 1 Call 200 aprile a 16.55 a sinistra in basso abbiamo il grafico del titolo Apple, a destra il grafico della Call con in basso il profitto relativo potenziale in corrispondenza dei diversi livelli di prezzo raggiunti nel tempo dal titolo.

Cos’è una Put?

La PUT è il diritto, ma NON l’obbligo, di vendere 100 azioni di un determinato titolo (sottostante) ad un prezzo stabilito entro una data stabilita, dietro il pagamento di un premio.

Gli elementi principali di un’opzione sulle azioni put sono in particolare:

  • Diritto = chi compra l’opzione put ha il diritto, e non l’obbligo di vendere 100 azioni a un prezzo prefissato di un determinato titolo. Il diritto comporta l’obbligo in capo al corrispondente venditore dell’opzione di comprare alla richiesta del compratore dell’opzione le 100 azioni del sottostante al prezzo prefissato.
  • Sottostante = è il titolo oggetto del diritto, di cui si potranno vendere 100 pezzi nel caso di esercizio dell’opzione Put;
  • Strike price = prezzo di esercizio per la vendita (e acquisto da parte del compratore che si è a sua volta obbligato ad acquistare le 100 azioni per ogni contratto di opzione venduto).
  • Expiration date = mese di scadenza dell’opzione che coincide con il terzo venerdì del mese di riferimento.
  • Premium = prezzo da pagare per avere l’opzione PUT (e quindi il diritto).

Esempio

IBM quota al prezzo di 127.66$ e si ha uno scenario bearish, ossia ritengo che nel prossimo mese il titolo possa scendere a un livello inferiore rispetto a 120$. Operazione: acquisto 1 PUT 120 aprile al prezzo di 4.15$.

Cosa significa esattamente acquistare 1 PUT 120 aprile a 4.15$?

  • Acquisto 1 PUT = acquisto un contratto di opzione put che mi conferisce il diritto, ma non l’obbligo, di poter vendere 100 titoli IBM (ogni opzione controlla 100 azioni) al
  • Prezzo di esercizio o Strike Price = di 120$ entro
  • Data di scadenza o Expiration Date = aprile previo il pagamento di un
  • Premio o premium = pari a 4.15$. Considerato che ogni opzione corrisponde al diritto di vendere 100 azioni, l’esborso complessivo per l’opzione è pari a 415$ (4.15 x 100).

Ad aprile si possono verificare i seguenti scenari:

  1. ipotesi mercato ribassista (bearish): il valore di IBM è sceso a 115$, ossia a un valore inferiore rispetto allo strike price dell’opzione PUT pari a 120$ (ossia prezzo corrente < strike price). A fronte della Put che ho comprato posso:
  • esercitare l’opzione: ossia posso vendere i 100 titoli IBM al prezzo fissato di 120$ e riacquistare sul mercato a 115$ e considerato i 100 pezzi acquistati porta l’incasso lordo a 500$, mentre il profitto netto dal premio iniziale versato è pari a 415$ (pari a un guadagno percentuale dell’120% rispetto al capitale versato inizialmente).
  • vendita sul mercato dell’opzione senza esercitarla: ossia posso vendere direttamente l’opzione a un terzo a 5.50$, facendomi dare nel complesso 550$ senza dover vendere e poi ricomprare IBM direttamente. Il terzo eserciterà l’opzione dal venditore originario della Put vendendogli i 100 titoli IBM al prezzo di 120$.
  1. ipotesi mercato rialzista o bullish: il valore di IBM è salito, quindi è andato nella direzione opposta rispetto a quella auspicata. Ipotizzando che ora IBM vale ai prezzi correnti 130$, un valore superiore rispetto al prezzo fissato dallo strike della Put di 120$ (ossia prezzo corrente > strike price), se procedessi nella vendita perderei 10$ per 100 titoli ossia 1000$. Di conseguenza, mi conviene far scadere l’opzione senza esercitarla, accusando la perdita corrispondente al premio versato, cioè ai 415$ pagati inizialmente.
  2. ipotesi mercato fermo: il valore di IBM è 127$ euro (strike price = prezzo corrente). Pertanto, è indifferente usare o meno l’opzione,  non ci sarà esercizio per evitare i costi di transazione (commissioni).

Grafico rischio/rendimento: 1 PUT 120 aprile a 4.15  a sinistra in basso abbiamo il grafico del titolo IBM, a destra il grafico della PUT con in basso il profitto relativo potenziale in corrispondenza dei diversi livelli di prezzo raggiunti nel tempo dal titolo.

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