
Il titolo può sembrare quasi un affronto per coloro che restano abbarbicati al concetto intellettuale che suona più o meno così: in una società democratica e civile le tasse vanno pagate senza discussione. Tralascio qualsiasi dissertazione sulla definizione di civile e democratico dato che potremmo scomodare fior di filosofi aprendo una discussione infinita.
Preferisco entrare nel merito del problema.
Ed allora parliamo di numeri che identificano meglio le assurdità del nostro sistema e la falsità della maggior parte della comunicazione attuale. Politici, economisti, opinionisti e giornalisti presenzialisti (sempre gli stessi in tutte le trasmissioni) si affannano a richiamare i concetti del grande Keynes, quasi come fosse l’unico economista esistito sul nostro pianeta. Tutti keynesiani quindi.
Però stranamente si dimenticano di rendere noto che lo stesso Keynes, riteneva intollerabile una tassazione superiore al 25% (a proposito di civiltà e democrazia).
Lo ricordava Piero Ostellino nel suo libro (che consiglio) “Stato Canaglia “. A proposito di numeri, una ricerca europea ha evidenziato l’incredibile tassazione presente in Italia per le imprese pari al 68% contro una media europea del 44%. Già questo dato ci fa capire che un’evasione di circa il 35% farebbe rientrare qualsiasi azienda allo stesso livello dei concorrenti europei. Diamo anche i numeri dell’evasione in Europa per meglio capire certe dichiarazioni che subiamo quotidianamente.
L’ultima indagine a livello europeo (2011) ha stabilito la seguente classifica dei maggiori paesi europei:
- Italia 17% di evasione
- Inghilterra 17% di evasione
- Germania 11% di evasione
- Francia 6% di evasione
- Spagna 6% di evasione
Alla luce di tali dati andiamo ad analizzare le falsità che presidenti, ministri e altri esponenti di ogni genere sostengono dal pulpito di chi detiene la verità:
Se in Italia non ci fosse l’evasione avremmo la metà del nostro debito pubblico. Strano che l’Inghilterra con la stessa percentuale di evasione (17%) abbia un debito pubblico pari al 70% e non al 120% come noi. Viene il dubbio che si voglia evitare qualsiasi discorso riguardante la spesa pubblica. A pensar male si fa peccato ma, di solito, si indovina.
Se non avessimo l’evasione fiscale il nostro Pil sarebbe elevato. Colpa del sommerso. È strano, anche in questo caso, che Francia (economia superiore alla nostra) e Spagna con solo il 6% di evasione arranchino ed in alcuni trimestri (vedi 2011) siano anche peggio di noi.
A parte queste precisazioni, le motivazioni per cui al governo italiano conviene che ci sia l’evasione fiscale e che vi sia uno stato di polizia (è una delle 3 cose che ci si sente dire quando si va in svizzera o in Germania: voi siete arretrati, siete inaffidabili e siete uno stato di polizia) incivile e non democratico, non deriva semplicemente da una tassazione indecente, ma si evince anche dalla costruzione ad arte dell’imponibile fittizio sul quale conteggiare le imposte da pagare.
Quando si parla di falsi bilanci si dovrebbe anche dire che il primo falso bilancio è quello fiscale richiesto dallo stato. Infatti, siamo l’unico paese nel quale le aziende in perdita, grazie al falso bilancio fiscale, devono, comunque, pagare le tasse. Siamo l’unico paese che trasforma dei costi in ricavi per creare un imponibile che nel bilancio civilistico è inesistente. Mentre in quasi tutti i paesi più assumi e meno paghi, noi più assumiamo e più dobbiamo pagare.
Senza parlare dei costi reali che un’azienda sostiene, ma che per il fisco non sono ammesse come spese. È strano che le nostre piccole aziende siano le più indebitate d’Europa con il costo del denaro più elevato, ma lo stato abbia deciso, da anni, che gli interessi passivi pagati alle banche non possano essere considerate spese da detrarre per l’azienda.
Ovviamente, in questo modo, si va ad aumentare l’imponibile. È strano che si abbiano delle aziende che a causa degli studi di settore, per essere congrui debbano arrivare a pagare l’80% di tasse sull’utile. Però si chiede alle aziende di investire perché, si dice, bisogna aver fiducia. In chi? In chi ci governa? Che faccia tosta. Come dice Oscar Giannino adesso tutti parlano di Monti come la Madonna di Lourdes. Risolverà tutto lui. Con la scusa che destra e sinistra sono insieme nessuno più contesta niente. Va tutto bene così. Nemmeno quando Monti, ospite nella trasmissione a Sky tg24, afferma che non c’è soluzione a breve ai 70 miliardi che lo stato (enti) deve alle imprese per prodotti e servizi già consegnati o effettuati. ( e ha il coraggio di parlare di evasione come male sociale).
E’ incivile che uno stato vessatore dica pubblicamente che farà fallire le aziende e licenziare lavoratori perché resterà inadempiente. Come è incivile e anti democratico che, sempre Monti nella stessa trasmissione, affermi che l’adeguamento alla direttiva europea che impone i pagamenti nel termine massimo di 60 giorni valga solo tra privati e, nel malaugurato caso, che la controparte sia lo stato non si applicherà. Cioè, lo stato continuerà a non pagare. Ma nessuno contesta, l’ha fatto Monti. Gli italiani non cambiano sempre pronti (come insegna la storia) a saltare sul carro di chiunque gli propinino: italiano o straniero che sia.
Potremmo parlare poi dei 60 miliardi della corruzione e dei 150 miliardi delle organizzazioni mafiose. Ma è meglio colpire le aziende sane con metodi dittatoriali e, sicuramente, non democratici. Se lo stato diventasse civile e democratico (spesa pubblica civile), facesse pagare tasse giuste e, a quel punto si, facesse pagare tutti, allora si evidenzierebbe che il saldo per lo stato sarebbe decisamente negativo rispetto ad un’evasione di 130 miliardi di euro (loro questi calcoli li conoscono).
È più facile adottare slogan e azioni populisti, con il contributo degli italiani, ovviamente. Vorrei ricordare agli italiani che chi ha tanti soldi ha accesso ad operazioni che consento legalmente di sfuggire al sistema Italia. Inoltre, non si deve andare nelle pubblicizzate Cayman, basta restare in Europa. Anche perché coloro che detengono il potere politico-finanziario sono i primi che usufruiscono delle possibilità operative legalmente elusive. Banche in primis, chiaramente. Alla fine, anche se affermano il contrario, chi pagherà il debito sarà il ceto medio basso.
L’esempio è nella riforma delle pensioni, le pensioni d’oro non sono state toccate.
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