Bitcoin non è anonimo? Ecco come far sparire le tracce

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Il Bitcoin è anonimo, sì o no?

Definiamo anonimato: se ci limitiamo a considerare l’anonimato come l’assenza di un nome (e un cognome) collegati ad una transazione in bitcoin, allora sì, il Bitcoin è una valuta anonima quanto il denaro contante.

Se invece vogliamo parlare della tracciabilità delle transazioni in bitcoin lungo la blockchain allora no, il Bitcoin traccia ogni movimento, anche quelli che spostano pochi millesimi della valuta. La questione si propone in molti modi e può riguardare diversi tipi di avvenimenti. Prendiamo spunto da questa curiosa domanda, apparsa su Quora.com:

Il Bitcoin è anonimo? Cosa fareste se nel vostro wallet comparisse un’inaspettata fortuna in criptovaluta?

Se cercate online, troverete il thread. Le risposte sono di vario tipo, da quelle più spiritose a quelle paranoiche e complottiste, fino a quelle di stampo etico. Proviamo a capire cosa sarebbe meglio fare se si materializzassero circa 2 milioni di euro in criptovaluta sul proprio wallet. In questo particolare esempio ci si riferiva ad un wallet presso un exchange, quindi presso un ente che ha probabilmente già i nostri dati anagrafici e forse anche bancari. Come saggiamente suggerisce uno degli utenti, anche l’exchange più rinomato non è molto più affidabile di “un cowboy che cerca la sua fortuna nel Far West”, consigliando di non soffermarsi nemmeno per un attimo sull’ipotesi di lasciare i 230 bitcoin in un exchange che potrebbe chiudere i battenti domani. Perché, ricordiamocelo, l’oro digitale non è riconosciuto da nessun organismo di tutela. Ma torniamo alla questione iniziale: se il Bitcoin è allo stesso tempo anonimo e non anonimo…

…come far sparire le proprie tracce?

Partiamo dal presupposto che 230 bitcoin non si fanno sparire sotto il tappeto in uno schiocco di dita. L’ideale è essere già pronti ad un massiccio smistamento delle transazioni per dissolvere letteralmente nella blockchain le tracce che portano a noi, perché il Bitcoin è anonimo, nel senso che non è legato al nostro nome, solo finché è nella blockchain, dove è tracciato ma non è nominale.

Il problema è il cosiddetto cashout, che è l’attimo cruciale in cui la valuta elettronica (qualsiasi, anche gli euro di un conto corrente) passano dall’essere una semplice informazione al diventare banconote tangibili. In quel momento, la nostra identità appare con nome, cognome e iban.

L’obiettivo deve essere in primis quello di rendere irrintracciabili le transazioni: teoricamente è impossibile, poiché sono tutte tracciate nella blockchain, ma esistono alcuni modi per aggirare il problema. Innanzitutto, bisogna agire all’istante, prima che chi ha interesse a controllare le nostre transazioni, aspettandoci al varco, possa capire “da che parte stiamo andando”.

Bitcoin anonimo coi tumbler – mixer

Tumbler significa letteralmente “acrobata”. Online esistono diversi siti che offrono il servizio cosiddetto di “tumbler” o “mixer”: eseguono transazioni interne ed esterne per smistare i bitcoin in ingresso e restituirne altri in uscita. Per visualizzarne il funzionamento, diciamo che si può trasformare un grande blocco di pietra (230 bitcoin) che noi mettiamo dentro al tumbler, assieme agli altri blocchi di pietra, sassi e ghiaia degli altri utenti, in una montagna di sabbia che viene mescolata e redistribuita di nuovo fra gli utenti.

Certo, avremo qualche granello del nostro blocco iniziale, ma tutti avranno una piccola parte del blocco iniziale di tutti gli altri oltre che del proprio. Possiamo anche pensare di avere 100 euro e di darli al tumbler, che prende gli euro da noi e da altri utenti, le cambia in monetine da 1 cent, le mischia e ridà ad ognuno i suoi euro di partenza, costituiti però da altre monete rispetto a quelle iniziali.

Bitcoin non è anonimo? Zcash e Monero sono davvero anonimi

Con 230 bitcoin si può correre a cambiarli in Zcash o in Monero: sono criptovalute che non hanno una blockchain consultabile pubblicamente. Mentre col Bitcoin ogni transazione è unica, con Zcash e Monero tutte le unità sono indifferenziate, impossibili da distinguere. Gli Zcash e i Monero sono quindi convertibili in euro per il cashout anonimo.

Da criptovaluta a denaro contante

Un ulteriore metodo può essere quello del vendere i bitcoin di persona in cambio di denaro contante. Diversi forum, exchange, siti tematici offrono la possibilità di incontrare direttamente il compratore e vendergli i bitcoin in cambio del cash. Qui, per rimanere anonimi, basta non fornire le proprie generalità né alla piattaforma che permette l’incontro né al proprio acquirente.

Conclusioni?

Ora che abbiamo fantasticato a sufficienza su quanto bello sarebbe ritrovarsi magicamente 230 bitcoin nel wallet, usciamo dagli scenari alla Grisham che abbiamo dipinto sopra: le informazioni riguardo a cosa sono le criptovalute e a come funzionano sono spesso mal comunicate o male interpretate. Articoli, commenti, pubblicità riguardo al Bitcoin sono molte volte frutto di trascuratezza, plagio, fraintendimenti, quando non sono vere e proprie bordate alla criptovaluta (e diciamo solo “JP Morgan”) o ami per adescare trader ed investitori portandoli in progetti fraudolenti o, bene che vada, fallimentari. Comprendere il Bitcoin è utile, ma ancora più utile è capire le sue connessioni col lavoro di base del mining, il suo rapporto con le altre criptovalute, i possibili risvolti fiscali di una zona grigia che ogni Agenzia delle Entrate cercherà di “sbiancare” a forza appena avrà capito, tecnicamente, come fare e appena avrà l’appoggio di una legge favorevole.

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