
Il grande successo riscontrato negli ultimi anni sui mercati finanziari da parte dei paesi BRIC, acronimo con il quale si identificano Brasile, Russia, India e Cina, ha posto una domanda su tutte: chi saranno i prossimi paesi emergenti?
I Bric ormai rappresentano una realtà, anche se talvolta vengono ancora definiti emergenti. In realtà si tratta di economie consolidate, con un ritmo di crescita sostenuto ma in decelerazione. Di sicuro non si può escludere un rallentamento anche delle quotazioni azionarie, visto che i governi sono chiamati ad agire contro il surriscaldamento dell’economia, e in molti casi a riprezzare la propria valuta con conseguenze dirette sull’export.
Ed ecco allora spuntare un nuovo acronimo, i Civets.
Questa volta nella sigla finiscono Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia e Sud Africa. Il primo a coniare l’acronimo è stato Hsbc, mentre il nome Bric fu ideato da Goldman Sachs.
Quello che accomuna i Paesi Civets è il grande potenziale delle relative economia, con una popolazione giovane e numericamente in crescita, stabilità politica, ritmi di crescita importanti, bilanci pubblici in ordine. E’ ormai ampiamente condiviso che nei prossimi anni i Paesi emergenti assumeranno sempre maggior peso nello scenario economico globale ma anche dal punto di vista politico.
Spiace constatare che al momento non ci sono soluzioni d’investimento sull’area, ne a gestione attiva ne passiva, l’unica strategia possibile è quella di puntare sulle singole realtà per quanto però comporti maggiori rischi. Ma probabile che nei prossimi mesi alcune società di gestione internazionali offriranno comparti Civets all’interno delle loro Sicav, anche perché nel frattempo i mercati di riferimento stanno offrendo prestazioni molto interessanti.
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